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lunedì 26 marzo 2012

Il Rame



Il Rame

 un po' di storia
 In quanto reperibile allo stato nativo il rame, dopo l’oro fu il primo metallo conosciuto e usato dall’uomo (età del rame), con lavorazioni a freddo per martellamento, verso la fine dell’età della pietra. Gli oggetti di rame più antichi sono dei gioielli provenienti dall’Egitto, che risalgono al 4500 a.C. Nel 3500 a.C. si incominciò a fondere questo metallo ottenendolo per riduzione dal minerale: perciò il rame è il primo metallo che l’uomo ha estratto dai suoi minerali. Intorno al 3000 a.C. il rame viene legato allo stagno per ottenere il bronzo: è la cosiddetta età del bronzo, che precede quindi quella del ferro. Presso i Greci e i Romani il rame veniva usato per fabbricare armi, utensili, ornamenti ed anche nell’edilizia. Grandi quantità di rame venivano estratte dall’isola di Cipro, in latino Cyprum: dal cui nome derivò aes cuprum, da cui il simbolo Cu e il nome stesso del metallo in gran parte delle lingue moderne occidentali (copper, cuivre, kupfer, cobre, koppar). Il simbolo della donna (il cerchio con una croce in basso, detto “specchio” di Venere) è lo stesso usato dagli alchimisti per indicare il rame: questo perché, secondo la leggenda, la Dea nacque dalla schiuma delle acque dell’isola di Cipro. La diffusione del rame era dovuta anche alla sua reperibilità allo stato grezzo e alla sua relativamente bassa temperatura di fusione. Il primitivo processo di produzione prevedeva una prima “cottura” per eliminazione delle tracce di zolfo, poi una fusione che faceva salire in superficie eventuali scorie e quindi una colata in stampi ricavati nel terreno, ottenendo forme simili a dischi, poi lavorati tramite martellatura.

Lo sapevate che...

….l’ascia dell’uomo di Similaun vissuto nel 3200 a.C. era, anzi è, in rame?
….l’ottone (lega rame -zinco ) risale al 1000 a.C.?
….il primo tubo di rame per l’acqua potabile risale al 2750 a.C.? Fu rinvenuto nel tempio del re Sa-Hu-Re ad Abusir, in Egitto; faceva parte di un impianto di circa 100 m di lunghezza, costituito da diverse sezioni, ognuna delle quali misurava 750mm. Il tubo era ottenuto aggraffando una sottile lastra di rame fino ad ottenere un diametro approssimativo di 75mm. E’ conservato al Museo Statale di Berlino.
….già Servo Tullio (IV sec. A.C.) ordinò di coniare solo monete di rame, che poi chiamò “pecuniae”?
….gia Plinio (I sec. d.C) descriveva la stagnatura del rame?

La cesellatura

È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando un platò di ferro come supporto.
La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita’ della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.

La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita’ voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti.

Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un
cannello del gas si scalda fino a far staccare la pece dal rame, lo si immerge in un bagno di decapaggio, si pulisce con paglietta di ferro e detersivo e lo si asciuga. Su un platò di ferro lo si tira in piano per gli ultimi ritocchi. Le ultime fasi della lavorazione prevedono l’immersione in un bagno di brunitura per donare al lavoro la tinta voluta e la lucidatura con paglietta asciutta e lucido particolare.

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