Il cretino della savana
Il bipede ridens a sinistra nella foto è un cretino. Si chiama Walter Palmer, fa il dentista in Minnesota e ha speso 55 mila dollari per arrivare a scattare questa immagine che lo immortala accanto alla sua preda: il leone simbolo dello Zimbabwe, da lui ucciso in un parco naturale con l’aiuto di due bracconieri. Una bravata che ha già provocato i primi sconquassi nell’ecosistema. L’altro leone dominante del parco sta infatti cominciando a sbranare i cuccioli non più protetti del defunto.
Assedio al killer di Cecil: il dentista che ha ucciso il "re leone" costretto a chiudere lo studio
Se sarà riconosciuto colpevole di caccia illegale in un'area protetta, rischia l'estradizione e una durissima condanna. Ma Walter Palmer, il dentista americano che ha ammesso di aver partecipato all'uccisione di Cecil, leone simbolo dello Zimbabwe, sta già scontando una parte della sua pena: centinaia di manifestanti assediano il suo studio odontoiatrico esprimendo sdegno per la sua impresa, tanto che Palmer è stato costretto a sospendere la sua attività, consigliando ai pazienti di rivolgersi altrove. Dopo la nota in cui Palmer si dichiarava "rammaricato" per la morte di Cecil - un leone di 13 anni, star del parco di Hwange e parte di un progetto di ricerca dell'Università di Oxford - ma anche convinto che la sua battuta di caccia fosse legale, il dentista del Minnesota ha scritto ai suoi pazienti, secondo quanto riportato dall'emittente KMSP della Fox, per dire loro che al momento non gli è possibile continuare la sua attività lavorativa. "Capisco e rispetto - ha scritto - che non tutti condividono le stesse idee sulla caccia". Per uccidere Cecil, il primo luglio, il dentista avrebbe pagato 50mila dollari alle guide locali: il felino è stato attirato con un'esca fuori dai confini del parco (dove non avrebbe potuto essere cacciato) per essere prima ferito e poi ucciso con un colpo di fucile dopo 40 ore di agonia. L'animale è stato anche decapitato e scuoiato. Palmer non si è ancora mostrato in pubblico e non si sa ancora dove sia, mentre i due uomini che lo hanno aiutato nell'impresa sono comparsi ieri in tribunale a circa 700 chilometri dalla capitale Harare. Theo Bronkhorst, il cacciatore professionista, è stato rilasciato con una cauzione di mille dollari e - se condannato per non avere impedito una caccia illegale - rischia fino a 15 anni di carcere. Nessuna accusa per Honest Trymore Ndlovu, il proprietario del terreno su cui è stato attirato Cecil, che è stato rilasciato.
Un dentista del Minnesota è finito sulle pagine di tutti i giornali per aver ucciso Cecil, un leone assolutamente innocuo, e simbolo di un intero paese.
Ma da questa barbarie può nascere un’occasione unica per salvare i leoni di tutto il mondo.
Ricconi da Italia, Europa e Stati Uniti, pagano cifre assurde per andare in Africa e far fuori leoni e altri animali a rischio, e poi riportarsi le teste a casa come trofei.
Ma se agiamo sull’onda di questo scandalo, possiamo convincere Europa e Stati Uniti a proibire l’importazione di questi macabri trofei.
Molti politici sono già favorevoli a questa proposta, ma non la sentono come una priorità: per vincere serve una mobilitazione globale mai vista prima. Possiamo farcela: questa email raggiunge già l’1,4% degli utenti di internet del mondo. Basterebbe che ognuno di noi firmasse e convincesse anche solo un’altra persona a firmare per raggiungere quasi il 3%. Se poi ognuno convincesse altri 3 a firmare, arriveremo al 6%, e così via.
Firma ora la petizione e condividila su Facebook, Twitter, per e-mail… ovunque, prima che giornali e politici si dimentichino di Cecil:
https://secure.avaaz.org/it/save_africas_lions_loc/?bkBgnbb&v=62688
Cecil era il leone più famoso dello Zimbabwe, amato da tutti, famoso per la sua incredibile criniera nera e per essere amichevole con turisti e fotografi.
È stato ucciso in modo crudele, l’hanno braccato per oltre 40 ore, attirandolo fuori da una zona protetta. L’hanno ferito con una freccia e l’hanno lasciato agonizzare tutta la notte. Il giorno dopo, gli hanno dato il colpo di grazia e tolto il collare di monitoraggio. Poi l’hanno decapitato e scuoiato per prendersi i loro trofei di caccia da mostrare ai picnic con gli amici.
Ora ci sono almeno 12 cuccioli di Cecil che rischiano di essere uccisi da altri leoni, una cosa comune quando muore un maschio.
Il fatto è che lo Zimbabwe e gli altri paesi che permettono tali crimini non contrasteranno né regoleranno mai la caccia, perché ci guadagnano troppo. Ma basterebbe che Europa e Stati Uniti proibissero l’importazione di trofei di caccia da paesi che non hanno dimostrato di gestire in modo sostenibile la caccia per salvare tutti gli altri leoni del Pianeta.
È una misura addirittura banale, che ha già l’appoggio di diversi capi di stato europei, ma senza un’enorme mobilitazione globale non diventerà mai una priorità, e quando i media dimenticheranno Cecil avremo perso questa occasione.
Firma e chiedi ad amici e familiari di firmare a loro volta, per far diventare questa petizione virale e rendere la vittoria possibile:
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