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martedì 3 aprile 2012

dormire insieme : quadro in rame


 painting Henri de Toulouse Lautrec

E' così piacevole mescolare il proprio sonno a quello di un altro corpo, caldo e fiducioso: ci si sveglia sazi.

( S. De Beauvoir - " I mandarini " )



dormire insieme 
quadro in rame
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 Arte di lavorare il metallo
in incavo e a rilievo, a martello, 
a cesello, a sbalzo, a bulino. 

I metalli più usati sono
 il rame, il bronzo, l’argento, l’oro.

Nell’antico Egitto la t. era praticata fin dall’inizio dell’Antico Regno (2682 a.C. ca.); ne sono insigni esempi le statue di bronzo martellato di faraoni della VI dinastia. Le civiltà mesopotamiche hanno tramandato antichissimi rivestimenti metallici di colonne e di porte; la civiltà cretese-micenea ha lasciato numeroso vasellame di bronzo, argento, oro sbalzato, cesellato, ageminato. In Italia la t. ebbe nella prima età del Ferro grande sviluppo (vasellame, oggetti laminati); largamente esportati furono i prodotti della t. siro-fenicia con tazze di bronzo e d’argento decorate a figure. Ma presto in Grecia, sotto l’influenza orientale, si sviluppò una florida tecnica in cui peculiare era il tipo del lebete a protomi di leoni o di grifi (7°-6° sec. a.C.). La statuaria primitiva adoperò lamine metalliche insieme ribattute (sphyrèlata) e arrivò ai colossi criso-elefantini del 5° secolo. Lastre bronzee con scene a sbalzo rivestivano pareti, suppellettili, oggetti d’uso. In Etruria la t. ebbe le sue prime manifestazioni nel 7° sec. a.C. e raggiunse il massimo splendore negli ultimi decenni del 6°: è in questo secolo che l’industria del bronzo dell’Etruria consegue una posizione di predominio nel mondo antico; erano particolarmente richieste alcune suppellettili come i candelabri o certi tipi di vasi; ma prodotti notevoli sono rappresentati da busti, maschere, decorazioni di carri. Con il 5° sec. la t. greca si esprime specialmente nella produzione di oggetti d’uso, vasi, strumenti. Il mondo ellenistico romano ha dato pregevoli testimonianze. Notevole la tecnica degli emblemata o crustae, figure od ornati saldati o placcati sui vasi o sui piatti. Pompei ha conservato numerosi esempi di ogni sorta di utensili, vasi, armi, elmi gladiatori, gambiere. Nel periodo imperiale si creano busti e statue imperiali d’oro o d’argento e suppellettile bronzea. Nel Tardo Impero si hanno ricchi tesori di argenteria, specialmente nelle province. Caratteristici sono i missoria, dischi d’argento con rappresentazioni a bassorilievo.
Per la lavorazione dei metalli a partire dal Medioevo oreficeria; metallo .

 

 

La cesellatura

È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando un platò di ferro come supporto.
La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita’ della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.

La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita’ voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti.

Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un
cannello del gas si scalda fino a far staccare la pece dal rame, lo si immerge in un bagno di decapaggio, si pulisce con paglietta di ferro e detersivo e lo si asciuga. Su un platò di ferro lo si tira in piano per gli ultimi ritocchi. Le ultime fasi della lavorazione prevedono l’immersione in un bagno di brunitura per donare al lavoro la tinta voluta e la lucidatura con paglietta asciutta e lucido particolare.










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 toreutica

 Arte di lavorare il metallo
in incavo e a rilievo, a martello, 
a cesello, a sbalzo, a bulino. 

I metalli più usati sono
 il rame, il bronzo, l’argento, l’oro.

Nell’antico Egitto la t. era praticata fin dall’inizio dell’Antico Regno (2682 a.C. ca.); ne sono insigni esempi le statue di bronzo martellato di faraoni della VI dinastia. Le civiltà mesopotamiche hanno tramandato antichissimi rivestimenti metallici di colonne e di porte; la civiltà cretese-micenea ha lasciato numeroso vasellame di bronzo, argento, oro sbalzato, cesellato, ageminato. In Italia la t. ebbe nella prima età del Ferro grande sviluppo (vasellame, oggetti laminati); largamente esportati furono i prodotti della t. siro-fenicia con tazze di bronzo e d’argento decorate a figure. Ma presto in Grecia, sotto l’influenza orientale, si sviluppò una florida tecnica in cui peculiare era il tipo del lebete a protomi di leoni o di grifi (7°-6° sec. a.C.). La statuaria primitiva adoperò lamine metalliche insieme ribattute (sphyrèlata) e arrivò ai colossi criso-elefantini del 5° secolo. Lastre bronzee con scene a sbalzo rivestivano pareti, suppellettili, oggetti d’uso. In Etruria la t. ebbe le sue prime manifestazioni nel 7° sec. a.C. e raggiunse il massimo splendore negli ultimi decenni del 6°: è in questo secolo che l’industria del bronzo dell’Etruria consegue una posizione di predominio nel mondo antico; erano particolarmente richieste alcune suppellettili come i candelabri o certi tipi di vasi; ma prodotti notevoli sono rappresentati da busti, maschere, decorazioni di carri. Con il 5° sec. la t. greca si esprime specialmente nella produzione di oggetti d’uso, vasi, strumenti. Il mondo ellenistico romano ha dato pregevoli testimonianze. Notevole la tecnica degli emblemata o crustae, figure od ornati saldati o placcati sui vasi o sui piatti. Pompei ha conservato numerosi esempi di ogni sorta di utensili, vasi, armi, elmi gladiatori, gambiere. Nel periodo imperiale si creano busti e statue imperiali d’oro o d’argento e suppellettile bronzea. Nel Tardo Impero si hanno ricchi tesori di argenteria, specialmente nelle province. Caratteristici sono i missoria, dischi d’argento con rappresentazioni a bassorilievo.
Per la lavorazione dei metalli a partire dal Medioevo oreficeria; metallo .

 

 

La cesellatura

È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando un platò di ferro come supporto.
La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita’ della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.

La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita’ voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti.

Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un
cannello del gas si scalda fino a far staccare la pece dal rame, lo si immerge in un bagno di decapaggio, si pulisce con paglietta di ferro e detersivo e lo si asciuga. Su un platò di ferro lo si tira in piano per gli ultimi ritocchi. Le ultime fasi della lavorazione prevedono l’immersione in un bagno di brunitura per donare al lavoro la tinta voluta e la lucidatura con paglietta asciutta e lucido particolare.












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DESTINO : quadro in rame bagnato nell'ORO


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ESISTE IL DESTINO ?

Con destino o fato tradizionalmente ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale soggetta alla necessità. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali concernente l'intero cosmo fino ad ogni singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo. In tal senso il significato di destino ha forti valenze teologiche, poiché ad esempio il Dio di Spinoza si esprime appunto anche come Necessità, in un determinismo assoluto di ogni esistere e di ogni accadere. Nell'antichità già gli Stoici avevano posto un Logos (Ragione) che regola di necessità l'essere dell'universo, e infatti il termine fato è la traduzione latina dell'antico concetto stoico. Il destino può essere visto come preordinato dal Divino (ad esempio, il concetto protestante di predestinazione) o derivato dalla volontà umana. Nella Grecia antica il 'Fato' era invincibile e persino gli dei vi dovevano sottostare, come proclamò la Sibilla nell'Oracolo di Delfi.

 - Il Fato può essere personificato come un dio od una dea. Nella cultura greca è personificato dalle tre Moire (chiamate Parche dai Romani). Una dea senza scrupoli, Nemesis, rappresentava la cieca distribuzione della fortuna per gli antichi greci come Omero, con intenzioni né buone né cattive, ma semplicemente in proporzione a seconda dei suoi desideri. Al tempo delle monarchie ellenistiche, dopo la morte di Alessandro Magno, l'immagine di Tyche con sul capo una corona di mura cittadine, rappresentava le fortune di una città, che cercava di preservare la propria esistenza nella violenza caotica del periodo dei diadochi. Nella mitologia norrena le Moire avevano la loro controparte nelle tre Norne. Il destino finale di tutti gli esseri viventi è il Ragnarök, la battaglia che persino Odino dovrà affrontare alla fine del mondo. Molte altre mitologie e racconti illustrano l'inutilità di qualsiasi tentativo di sfuggire al fato.

 - Il destino è una fonte di ironia in letteratura; i personaggi possono agire senza realizzare il proprio destino, del quale però gli spettatori o i lettori sono già al corrente. Questa forma di ironia è importante nella tragedia greca, come lo è nel teatro di Schiller, nella Forza del destino di Verdi, o in Thornton Wilder The Bridge of San Luis Rey, o con la conoscenza di Macbeth del suo stesso destino, che non preclude però affatto una conclusione tragica. Il tema comune in queste opere è un protagonista che non riesce, per quanto ardentemente si sforzi, a sfuggire ad un destino già fissato.

 - Nella maggioranza delle culture il proprio destino può essere conosciuto solo per tramite di uno sciamano, un profeta, una sibilla o un veggente. Nella Dinastia Shang, in Cina, venivano lanciati steli di millefoglie o intagliate ossa di tartaruga, molti secoli prima che I Ching fossero codificati. Si scagliavano frecce per leggere il destino, dalla Tracia alla pagana Mecca. Il destino è comunemente considerato come fato, una sequenza fissa di avvenimenti che sono inevitabili e invariabili, e il futuro è conoscibile tramite mezzi di divinazione. Ciò ha portato a un misconoscimento del concetto di divinazione come profezia, attraverso le concezioni pratiche di auto-determinazione di persone individuali e di un futuro che resti sconosciuto. Nella divinazione, il destino prende un significato diverso dal suo uso comune.


quadro in rame bagnato nell'ORO



La cesellatura

È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando un platò di ferro come supporto.
La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita’ della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.

La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita’ voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti.

Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un
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È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
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La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondita’ della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 sino anche a 5 centimetri di profondità.

La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola semitonda di legno di bosso, poggiandosi su un cuscino di sabbia, sino a ottenere la profondita’ voluta. Durante questa operazione la lamiera viene ricotta più volte. Poi viene fatta una cassetta di legno grande quanto il quadro, ci si cola della pece greca, quindi vi si appiccica il pezzo di rame e si rifinisce lo sbalzo o il semisbalzo con dei punzoni di legno di bosso o di ferro non taglienti.

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È una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta da alcune antiche botteghe con sistemi che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione.

Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.
In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando un platò di ferro come supporto.
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